MADRID: Tutto quello che dovete sapere per visitare la capitale spagnola

Organizzando questo viaggio mi sono resa conto che Madrid è una destinazione un po’ sottovalutata. Pur essendo una delle più importanti capitali europee non viene presa spesso in considerazione per un viaggio. Sarà perché la Spagna stessa ha una grande concorrenza in quanto a mete interessanti (vedi Barcellona, Siviglia e l’Andalusia, Valencia … per non parlare delle isole e delle spiagge).

Io l’ho realizzato nel momento in cui ho prenotato ed iniziato a cercare consigli sul web. Ci sono pochissimi diari di viaggio su Madrid e, se devo esser sincera, la cosa mi ha fatto anche piacere perché come sempre mi ero imposta di raccontare tutto io stessa una volta rientrata. Lo faccio da sempre, in primis come promemoria per me stessa, poi naturalmente per essere d’aiuto agli altri viaggiatori.

Il fatto che manchi materiale sul web o che sui social non si vedano spesso post relativi a questa città, può indurre a pensare che non abbia granché da offrire e sia considerata una città di serie B. Il mio intento sarà quindi stuzzicare la vostra curiosità al punto da spingervi a valutarla come una possibile meta, che sia solo per un weekend lungo o addirittura per una settimana intera.

COME RAGGIUNGERE IL CENTRO DI MADRID DALL’AEROPORTO

Procediamo con ordine. Era da tanto che non organizzavo un viaggio con largo anticipo ma, essendo una città a me ancora sconosciuta, questa volta volevo aver il tempo di studiare bene ogni cosa. In questo modo sono anche riuscita finalmente a trovare una tariffa Ryanair conveniente: 320€ in quattro, posti a sedere e bagaglio in stiva incluso. Siamo partiti da Venezia e arrivati all’aeroporto Barajas, l’unico della città.

Leggendo i vari blog avevo trovato tutti concordi nel dire che il miglior modo per raggiungere il centro città fosse usufruire della metropolitana che, con la linea 8, arriva direttamente in aeroporto. Nel nostro caso erano poi necessari due cambi per raggiungere l’appartamento che avevamo prenotato.

Se fossimo stati solo io e mio marito non avrei avuto dubbi sul fatto che fosse la scelta migliore. Tuttavia, con 2 bambini, 2 passeggini, una valigia da 20 kg e 3 zaini al seguito, ero un po’ scettica sulla praticità della cosa. Chi non ha ostacoli al seguito spesso non se ne rende conto ma, la maggior parte delle stazioni metropolitane di tutte le più grandi città non ha l’ascensore. In questi casi bisogna spesso portarsi di peso per le scale i bambini nei loro passeggini. Per questo motivo, da quando viaggiamo in famiglia, solitamente cerco di sfruttare un taxi, che oltretutto ci porta direttamente “sotto casa”. Incappo però sempre nel fatto che, seppur chiesto e richiesto con largo anticipo, nessuno riesca mai a fornirmi entrambi i seggiolini auto delle giuste dimensioni. Questa volta viaggiavamo assieme ad un’altra coppia con i loro due bambini, quindi la possibilità di trovare disponibilità per 4 seggiolini auto nello stesso momento era certamente pari allo zero.

Tutto questo per dirvi che alla fine abbiamo preso la metropolitana. Abbiamo fatto i nostri due cambi ma in ogni stazione abbiamo sempre trovato non uno ma ben più di un ascensore, rendendo il tutto molto più semplice. Oltretutto, le stazioni con ascensore sono sempre ben segnalate ovunque.

Considerate che, dopo aver recuperato i vostri bagagli, per raggiungere la stazione della metropolitana all’interno dell’aeroporto ci si impiegano circa 15/20 minuti a piedi (si, è un aeroporto davvero immenso). A questo punto troverete le macchinette per fare i vostri biglietti.
In caso di dubbi ci sono degli addetti che potranno aiutarvi ma manca uno sportello con l’operatore. Contrariamente a quanto ci si può aspettare, richiedendo 3 biglietti per la tratta aeroporto – vostra destinazione, vi verrà stampata un’unica tessera sulla quale saranno caricati i singoli biglietti. Il costo della tessera è di 2,50€. Le singole corse in metropolitana costano 1,50€ e includono 5 fermate! Per ogni fermata in più si aggiungono 0,10€ fino ad un massimo di 2€. A ciò va poi aggiunto il supplemento da/a l’aeroporto che costa 3€ (naturalmente viene tutto calcolato automaticamente dalla macchinetta). Infine, i bambini sotto i 4 anni viaggiano gratis. Se vi servissero altre informazioni, lascio il link di un sito molto esplicativo.

Tra una cosa e l’altra (raggiungi la metro, fa i biglietti, cambia due volte treno) ci abbiamo messo più di un’ora per raggiungere la nostra destinazione finale. Elemento abbastanza importante da tenere in considerazione nel momento in cui dovrete tornare in aeroporto per il rientro. C’è da dire che dovendo aspettare l’ascensore invece che usare la scala mobile abbiamo sicuramente impiegato più tempo di altri.

DOVE ALLOGGIARE A MADRID

Considerato che il centro di Madrid si gira facilmente a piedi e che le attrazioni principali sono tutte abbastanza vicine tra loro, è difficile che una posizione sia scomoda per alloggiare.
Una cosa utile da tenere in considerazione è che i tre principali musei della città sono molto vicini tra loro e, probabilmente, non ne visiterete più di uno al giorno perciò potreste dover raggiungere la zona per ben 3 giorni durante la vostra permanenza.
Ad ogni modo noi abbiamo alloggiato esattamente a metà di Calle de Atocha, nel punto più centrale possibile della città e non potrei che consigliarvelo. Non abbiamo mai sentito il bisogno di usare la metropolitana e abbiamo raggiunto ogni luogo di interesse in pochi minuti.

Come facciamo ormai sempre da quando viaggiamo coi bambini al seguito, abbiamo optato per un appartamento: Atocha Lux, by Presidence Rentals. Apprezzo tantissimo la possibilità di aver spazio per farli muovere quando ci prepariamo al mattino o rientriamo la sera. Anche poter cenare in casa ha i suoi vantaggi: oltre al risparmio economico bisogna ammettere che coi bambini il ristorante è più una tortura che un lusso. Oltretutto a Madrid non abbiamo trovato molti locali comodi per mangiare: la cultura del cibo è incentrata tantissimo sulle tapas. I locali sono piccoli, con pochi posti a sedere e reperire piatti adatti ai bambini non è sempre facile.

La disponibilità di appartamenti a Madrid è davvero ampissima! Dovendo ospitare due famiglie il nostro lo abbiamo scelto con ben 3 camere e, oltre che per la posizione perfetta, lo consiglierei perché attrezzato veramente come casa. Avevamo a disposizione aspirapolvere, lavatrice, lavastoviglie, asciugacapelli, stoviglie a volontà … ma anche detersivi, saponi, biancheria in abbondanza! Per i miei standard è stato decisamente più comodo di un albergo.

COSA VISITARE A MADRID

Madrid è una città davvero comoda da visitare perché la maggior parte dei luoghi di interesse si trovano vicini tra loro e in successione, rendendo così molto scorrevole girare per il centro. La cosa più importante da valutare, secondo me, è quali e quanti musei si desidera visitare, così da creare l’itinerario per la giornata.

Prima di raccontarvi giorno per giorno cosa abbiamo visto e dove abbiamo mangiato, ci tengo infatti ad aprire una parentesi relativa ai principali musei di Madrid.

I MUSEI DI MADRID

Museo del Prado

I musei principali di Madrid sono 3: Museo del Prado, Museo Nazionale Centro di Arte Reina Sofia e Museo Thyssen-Bornemisza. Si trovano tutti lungo lo stesso boulevard denominato Paseo del Prado ma, proprio per questo, conosciuto anche come Paseo del Arte.
La scelta di visitare i musei è molto soggettiva, così come il tempo di permanenza. Naturalmente con dei bambini piccoli al seguito spesso si preferisce rinunciare piuttosto che “sprecare” il costo del biglietto. Ecco perché diventa ancora più interessante conoscere quando sono previste le entrate gratuite. Da questo punto di vista, Madrid si è rivelata ottimale e adesso vi svelo il come e il perché:

  • MUSEO DEL PRADO: aperto da lunedì a sabato dalle 10.00 alle 20.00 e la domenica dalle 10.00 alle 19.00 NB. Ogni giorno, le ultime due ore di apertura sono ad ingresso gratuito!!! Il pro è che essendoci un’apertura gratuita ogni giorno, potrete organizzarvi al meglio per sfruttarla quando più vi è comodo. Oltretutto 2 ore sono il tempo massimo di resistenza di qualsiasi bambino per cui a noi non sarebbe stato più utile avere a disposizione un’intera giornata. Di contro, l’orario non è sicuramente dei migliori ma soprattutto, come immaginabile, la fila per entrare durante l’orario gratuito può durare così tanto da ridurre la permanenza ad una miseria. Difatti, sebbene l’ingresso sia gratuito, è comunque necessario munirsi di biglietto (e in questo caso non è possibile farlo online per saltare la coda). Noi siamo andati di sabato e la fila per la biglietteria era davvero infinita. Sono andata a chiedere ad un addetto alla sicurezza se fosse possibile far stare solo un adulto su quattro in fila alla biglietteria mentre gli altri aspettavano liberi coi bambini. Così facendo ho scoperto che in realtà ogni adulto che accompagni un bambino può saltare la fila! Ammetto di essermi sentita decisamente in colpa nei confronti delle 500 persone che avremo superato ma alle 18.15 eravamo già dentro al museo pronti per la nostra visita.
  • MUSEO NAZIONALE CENTRO DE ARTE REINA SOFIA: chiuso il martedì. Aperto da lunedì a sabato dalle 10.00 alle 21.00 e la domenica dalle 10.00 alle 14.30. N.B. Come per il Museo del Prado, anche in questo caso, le ultime due ore di apertura sono ad ingresso gratuito. Anche qui ho una piccola dritta interessante: il museo ha due ingressi! Quello principale e più visibile che si trova in C. de Sta. Isabel, 52 e un altro più distante e nascosto lungo il lato sinistro del museo, su Rda. de Atocha. Ci è stato detto (non abbiamo capito se valga sempre o solo per esaurimento della disponibilità del guardaroba principale) che avendo noi diverse cose da depositare avremmo dovuto recarci all’ingresso “secondario”. Ebbene: se all’ingresso principale la coda era piuttosto lunga, sul retro, sia alla biglietteria che ai controlli eravamo solo noi ed è stato tutto decisamente molto veloce e scorrevole. Sebbene il Museo del Prado sia molto più rinomato, personalmente ho preferito di gran lunga il Reina Sofia, probabilmente perché espone opere e autori non visibili in altri musei del mondo. Questa volta non mi sarebbe dispiaciuto soffermarmi un po’ più a lungo. Anche se in molti sostengono che si possa visitare tranquillamente in un paio d’ore, il museo è un po’ labirintico e dispersivo.
  • MUSEO THYSSEN-BORNEMISZA: aperto da martedì a domenica dalle 10.00 alle 19.00 a pagamento e il lunedì dalle 12.00 alle 16.00 con ingresso gratuito. Sarei stata davvero molto interessata a visitare anche questo museo ma sfortunatamente il lunedì, sebbene la fascia gratuita fosse ad orario decisamente migliore degli altri musei, non eravamo più in città. Ecco perché sostengo che una breve apertura gratuita quotidiana sia forse più utile.

LE TERRAZZE DI MADRID

Edificio Carriòn visto dal 9 piano de El Corte Inglés

Ci tengo ad aprire un’ultima parentesi relativa alle terrazze panoramiche. Leggendo nei vari blog ho scoperto che a Madrid ce ne sono davvero tante. La maggior parte ospita anche dei locali perfetti per concedersi un pranzo o un aperitivo con vista. Volevo quindi segnalarvi le più belle:

  • La prima la trovate al nono piano di EL CORTE INGLÉS in Plaza del Callao. A differenza delle altre, trovandosi all’interno di un grande magazzino, è ad accesso libero e gratuito, per cui direi che salire è doveroso. Onde evitare delusioni, ci tengo a precisare che la parte della terrazza vera e propria è minima e che il panorama migliore è quello che si gode dalle grandi vetrate interne tra i tavolini del bar. L’immagine più iconica che catturerete è quella dell’Edificio Carrión con la sua scritta Schweppes.
  • La seconda, probabilmente la più bella e più famosa, è la terrazza del CIRCOLO DELLE BELLE ARTI, che vi regalerà una splendida visuale sulla Gran Via e sull’iconico Edificio Metrópolis. La terrazza è aperta tutti i giorni dalle 10.00 all’1.00. In questo caso l’ascesa costa 5€ e in cima troverete un caffè/ristorante. Sfortunatamente, durante la nostra permanenza, l’Edificio Metrópolis era interamente impacchettato per lavori di ristrutturazione. A malincuore noi abbiamo deciso di non salire ma, prima di scoprire del restauro, questa terrazza era in cima alla mia lista di cose da fare assolutamente.
  • La terza terrazza è davvero unica e si trova al 27esimo piano dell’Hotel Riu Plaza Esapana. Qui si trova il 360 ROOFTOP BAR che lascia senza fiato per la sua passerella in vetro che regala l’impressione di camminare sospesi sopra la città. La salita diurna costa 5€, quella serale 10€ ma l’importo può essere scalato in caso di eventuali consumazioni.
  • La quarta (non certo per importanza ma solo perché non è propriamente una terrazza) è la CUPOLA DELLA CATTEDRALE DELL’ALMUDENA, la cui ascesa è inclusa nel biglietto di ingresso al Museo de la Catedral de la Almudena che costa solo 7€. Qualora non foste interessati a pagare per vedere la Cattedrale, magari l’idea di accedere alla cupola può essere un valido incentivo.

Veniamo finalmente all’itinerario giornaliero. 

08/06/2023
La nostra colazione ce la siamo gustata con calma in appartamento. È utile sapere che i supermercati del centro chiudono alle 22.00 quindi la sera prima, appena arrivati, abbiamo fatto subito una bella spesa.

Sfortunatamente il primo giorno abbiamo trovato un meteo un po’ ballerino. Una bella “scottata” per chi ha deciso di andare in Spagna a giugno proprio pensando che così non avrebbe mai avuto problemi di pioggia e temperatura!
Abbiamo quindi deciso di iniziare la scoperta della città puntando a raggiungere la Gran Via, in modo da assicurarci diversi possibili ripari qualora la pioggia si fosse infittita. 

Come prima tappa lungo la strada siamo passati per PLAZA DE SANTA ANA. Una piazza piccolina che la sera si ravviva moltissimo grazie ai tanti locali che la circondano. La piazza si riempie di tavoli e aperitivi, generando un clima davvero vivace. Qui segnalo anche due aree gioco, piccoline ma ottime per far sfogare un po’ i bambini e concedere anche a loro un po’ di spazio. Tra gli edifici più importanti che si affacciano qui vi sono il Teatro Español, il più antico della città, e il lussuoso Hotel Reina Victoria. Al centro della piazza si trova anche la statua del poeta Federico García Lorca.

Abbiamo poi proseguito lungo C. de Principe fino a Plaza de Canalejas. Mi sono letteralmente innamorata dei palazzi che vi si affacciano e soprattutto dell’Edificio Meneses. Già a questo punto si iniziano a respirare il lusso e l’eleganza che caratterizzano tutta la Gran Via; non a caso qui si trova anche la Galería Canalejas che al suo interno ospita negozi come Cartier e Louis Vuitton. Abbiamo quindi imboccato C. de Sevilla, dove non mancano altri edifici degni nota. Il più bello fra tutti è senz’altro il Reloj Carrillón.

Infine, dopo un piccolo tratto lungo C. de Alcala, siamo arrivati al punto di inizio della Gran Via, laddove si trova l’iconico Edificio Metrópolis. Con somma delusione, noi lo abbiamo trovato interamente ricoperto a causa di lavori di ristrutturazione. Di edifici splendidi la città è piena, ma questo è diventato negli anni un vero e proprio simbolo di Madrid. Un po’ per la sua posizione ben apprezzabile (sullo snodo di due importantissime vie della città), un po’ per la bellissima Cupola … la sua immagine viene spesso scelta come copertina nelle varie guide turistiche. Il Metrópolis è a tutti gli effetti il primo edificio della Gran Vía, nonché il più apprezzabile anche nel panorama offerto dalla terrazza del Circolo delle Belle Arti. Trovarlo coperto ha reso “inutile” anche la salita alla terrazza. Peccato perché, come vi avevo anticipato prima, un aperitivo lassù, merita di sicuro.

A questo punto siamo arrivati al nostro primo grande obiettivo della giornata: passeggiare per la GRAN VIA. Con il cielo azzurro i suoi palazzi bianchi brillano e catturano ancora di più l’attenzione. Si apprezzano meglio le decorazioni, la loro altezza, il contrasto di colore con il cielo! A tratti mi ha quasi ricordato NYC.
Ammetto invece che la prima passeggiata, in questo uggioso inizio mattina non ci aveva proprio entusiasmato! Ci era sembrata solo un’enorme strada dove anche gli edifici apparivano grigi come il cielo. Ripercorrendola nel pomeriggio, con il cielo pulito, le attività aperte e molta più gente a ravvivare l’atmosfera, è stato sicuramente un altro impatto!

Abbiamo percorso la Gran Vía fino a PLAZA DEL CALLAO dove abbiamo trovato un altro edificio iconico di Madrid: l’Edificio Carrión.
Come vi avevo già raccontato in precedenza parlando delle terrazze panoramiche di Madrid, qui si trova il grande magazzino della catena El Corte Inglés. Di per sé stesso non è affatto imperdibile come possono esserlo Harrods o le Galeries Lafayette ma dall’ultimo piano si gode di un bellissimo panorama sulla città, completamente gratuito.
Vi è una parte esterna con i tavolini per concedersi un caffè o un aperitivo ma è più piccola di quel che immaginassi, piuttosto stretta, e se i tavoli sono già tutti occupati, non ci si riesce ad affacciare perché manca uno spazio libero. Anche all’interno la miglior parte del panorama si gode dai tavolini ma c’è anche un’ampia vetrata libera proprio di fronte al Carrión. La salita non vi costa nulla anzi, qui naturalmente potete trovare dei bagni ben puliti che, stando fuori tutto il giorno, prima o poi tornando utili, specie se si gira coi bambini. Troverete anche il fasciatoio, che per i neo genitori è sempre una comodità incredibile.
Il caffè e il cappuccino sono buoni e hanno prezzi nella media, quindi piuttosto che consumarlo in qualche triste Starbucks, direi che se riuscite ad accaparrarvi un tavolino in prima linea non potete esimervi.
Il mio unico rammarico è proprio quello di non essere tornata col sereno e soprattutto la sera, per apprezzare anche la versione illuminata della scritta Schweppes. A mia discolpa c’è da dire che a giugno il sole sembra non tramontare mai …

Quando siamo usciti da El Corte Inglés pioveva ancora abbastanza intensamente per cui, data l’ora, abbiamo deciso di metterci subito alla ricerca di un posto per pranzo. Senza grosso dispendio di energie, da Plaza Callao, imboccando C. de Preciados, siamo passati accanto al Buffet Restaurante Topolino Garden e ci è sembrato ottimo per le nostre esigenze. Si tratta di un locale spazioso (ce ne sono pochi a Madrid) con menù a buffet all you can eat in modo da andare incontro ai gusti di tutti, bambini inclusi. Non è stata un’esperienza culinaria tipica ma, come già detto, è stata perfetta per le nostre necessità. Abbiamo speso 44€ di 2 adulti e un bambino pagante, bevande incluse, mangiando davvero a volontà: dalla paella al dessert, passando per pasta, carne, verdure vari, frutta e quant’altro.

Terminato il pranzo abbiamo approfittato del riposino pomeridiano dei bambini per tornare sulla Gran Via e allungarci nel suo ultimo tratto, quello che porta a raggiungere PLAZA DE ESPAÑA. Non siamo più tornati in questa parte della città nei giorni successivi, per cui non so quanto la giornata grigia possa aver influenzato la mia impressione, ma non la reputo una zona imperdibile.
La piazza è molto grande e al centro svetta il monumento a Cervantes. È circondata da alcuni dei più alti edifici della città, tra cui la
Torre de Madrid e l’Edificio España dove, come vi avevo anticipato, al 27esimo piano si trova la terrazza panoramica del 360 Rooftop Bar.

Una volta arrivati fino qui abbiamo proseguito verso il TEMPIO DI DEBOD. Si tratta di un autentico Tempio del II sec a.C. che l’Egitto donò alla Spagna per ringraziarla dell’aiuto ricevuto nel salvare i templi della Nubia, “minacciati” dalla costruzione della diga di Assuan.
Nei due anni della sua ricostruzione si è cercato di riportarlo il più possibile al suo stato originario, mantenendo il suo orientamento da est ad ovest e anche costruendovi attorno una piscina per ricordare la sua sistemazione lungo il fiume.
Devo fare una piccola premessa: in questo viaggio siamo stati un po’ “sfortunati”. Dopo l’edificio Metropolis impacchettato, abbiamo trovato la vasca attorno al tempio completamente vuota, venendo così a mancare l’effetto suggestivo del riflesso nell’acqua. In alternativa, è comunque consigliato da tutti di recarsi al tramonto. Per quanto il Tempio sia stato collocato all’interno di un parco, la mia percezione è che tutto attorno sia piuttosto trascurato.
È possibile visitarlo gratuitamente anche all’interno ma ho letto che possono accedere solo 10 persone alla volta per una permanenza di circa 30 minuti, così che spesso l’attesa supera le due ore! Avendo al seguito bambini e passeggini, noi non l’abbiamo proprio preso in considerazione ma chi è riuscito ad entrare ha detto che ne valga la pena! Tentar non nuoce … E in ogni caso, quando ci ricapita di vedere un vero tempio egizio in Europa, anche solo da fuori?

Tempio di Debod

Siamo ripartiti alla volta di Puerta del Sol, sfiorando i Giardini Sabatini e la zona del Palazzo Reale, che abbiamo volutamente rimandato all’indomani per visitarla con maggior attenzione.

Siamo passati per il Teatro Reale, sicuramente molto più interessante da visitare all’interno che a vedersi da fuori. La zona dell’antistante Piazza d’Oriente è molto vivace, così come le stradine che partono da qui.

Chocolateria 1902

Tra una cosa e l’altra è arrivato il momento della merenda. Non vedevamo l’ora di poter assaggiare uno dei dolci tipici di Madrid: i churros. Si tratta di una leggera pastella fritta da inzuppare nella cioccolata calda. A Madrid si trovano moltissime cioccolaterie, tra le quali la più famosa è la Cioccolateria San Ginés. Noi invece siamo accidentalmente passati davanti alla Chocolateria 1902 e siamo rimasti colpiti dalla modalità take away. Dal momento che entrare nei locali con 4 passeggini e 4 bambini è davvero un gran traffico, questa ci è sembrata la soluzione ideale. Ci hanno consegnato un cono di carta con all’interno 8 churros e un bicchierino di cioccolata calda in cui inzupparli, al costo di 8,50€! È molto pratico da tenere in mano finché si prosegue per la propria strada e soprattutto è un buon sistema per spartirsi la porzione perché, per quanto la pastella sia leggera, sono comunque fritti ed impegnativi.

Riguardo San Ginés, non abbiamo assaggiato i suoi churros per cui non possiamo fare un vero confronto. Siamo però passati davanti al locale e ci è sembrato molto commerciale: è talmente grande da aver “invaso” un intero isolato, con decine di tavolini lungo la strada e un grandissimo via vai.

Poco lontano dalla Chocolateria 1902 siamo passati per un altro luogo interessante: il Monastero de las Descalzas Reale. Questo monastero di monache di clausura è visitabile internamente attraverso visite guidate di un’ora, ahimè solo in spagnolo. Il costo del biglietto è di 7€ ma il mercoledì e il giovedì pomeriggio dalle 16.00 alle 18.30 l’ingresso è gratuito. Dal momento che possono entrare solo 15 persone alla volta, nelle fasce ad ingresso gratuito, il consiglio è di arrivare alla biglietteria il prima possibile. Altrimenti è auspicabile acquistare i biglietti online.

Ed ecco che in pochi minuti ancora abbiamo finalmente raggiunto la nostra destinazione finale: PUERTA DEL SOL. Questa piazza rappresenta il cuore della città di Madrid nonché il punto 0 dell’intera rete stradale spagnola. A tal proposito, vi invito a individuare sul pavimento della piazza la targa che segna il punto esatto del km 0.
Tra gli altri elementi iconici di questa piazza vi sono sicuramente la
Statua dell’Orso e del Corbezzolo. Questa scultura in bronzo svetta per 4 metri sopra un piedistallo in granito ed è così visibile da ogni punto della piazza. Altro elemento ormai identificativo della piazza è la grande insegna luminosa Tio Pepe, posta sul terrazzo di un elegante palazzo nobiliare.

Al di là del fatto che la piazza sia effettivamente un punto centrale della città, cercando di strutturare un itinerario, o anche più semplicemente passeggiando per la città, ci si rende davvero conto di quanto i luoghi principali si trovino tutti a due passi da qui. Penso sia più difficile evitare di passarci che arrivarci senza averlo previsto. L’avevamo già sfiorata al mattino cercando di raggiungere la Gran Via e ripasseremo di qui molte altre volte ancora nei giorni seguenti.

A questo punto siamo tornati verso casa lungo lo stesso tragitto del mattino. Sicuramente è un peccato non vivere la città la sera anche perché, si sa, in Spagna più che in altri paesi, la sera è sicuramente il momento più vivo della giornata. Tuttavia cenare a casa in tranquillità è un buon sistema per lasciare ai bambini un po’ di spazio per giocare liberamente e rilassarsi prima della nanna. E non posso far altro che consigliarlo a chi si appresta a viaggiare con dei bambini al seguito.

09/06/2023
Anche la seconda giornata è iniziata con una tranquilla colazione casalinga per poi avventurarci alla scoperta dei tanti luoghi che il giorno prima avevamo solo sfiorato.

Come prima tappa abbiamo scelto la bellissima PLAZA MAYOR. Da casa nostra abbiamo imboccato C. de Atocha e in circa 10 minuti siamo arrivati a destinazione.
La piazza è un rettangolo chiuso da una serie di edifici elegantissimi ricchi di dettagli decorativi, tra questi palazzi il più importante è sicuramente la 
Casa de la Pandería, al centro del versante nord della piazza. La potete riconoscere anche grazie alle sue due torrette.
Ci sono ben 9 porte di accesso a Plaza Mayor e la più famosa è sicuramente quella che passa per l’
arco de Cuchilleros. Al centro della piazza svetta il Monumento Equestre a Filippo III mentre sotto ai palazzi si crea un percorso porticato dove si trovano molte botteghe e café che, seppur riadattati in una veste turistica, cercano comunque di mantenere quanto più possibile il loro aspetto originario.

Plaza Mayor

Dal versante ovest della piazza si esce verso il celebre MERCADO DE SAN MIGUEL, un mercato gastronomico coperto, oserei dire, di un certo livello. Qui troverete una trentina di banchi che offrono tapas di ogni genere in una versione gourmet e, di conseguenza, a cifre piuttosto alte. Ad ogni modo è un luogo che, al di là che per pranzo/cena/aperitivo merita anche solo per ammirare la sua particolare struttura in ferro, impreziosita con dettagli in vetro e ceramiche, e la disposizione perfetta delle varie tapas in vetrina. 

Ad ogni modo, la vista di tutte quelle tapas squisite ci ha aperto lo stomaco, così ci siamo diretti anche oggi verso la zona del Teatro Reale dove, il giorno prima, avevamo adocchiato un posticino perfetto per sperimentare le tapas. 

Proseguendo lungo C. Mayor ci siamo fermati anche ad ammirare Plaza de la Villa, probabilmente la piazza più antica della città, sulla quale infatti si affacciano diversi edifici importanti.

Plaza de la Villa

Abbiamo approfittato di questo spazio libero e poco affollato per lasciar sfogare un po’ i bambini! Ci tengo a fare questa precisazione perché sicuramente i nostri sono itinerari un po’ “lenti” ma, per una buona riuscita del viaggio, è bene ricordarsi che i bambini hanno le loro esigenze mentre viaggiare è stato un desiderio nostro. 

Come programmato, siamo quindi tornati verso il Teatro Reale e abbiamo pranzato a La Paradita Tapas Bar. Il locale dispone di diversi tavolini esterni riparati da una tettoia. La soluzione è stata quindi molto più comoda di quella di tante taverne tipiche, che purtroppo sono molto piccole. Qui abbiamo trovato una buona varietà di tapas ad un ottimo rapporto qualità/prezzo (la maggior parte costa 1,50€). Molte sono adatte anche ai bambini, come ad esempio il tortino di patate o il pane con sopra fonduta e prosciutto. Altro cibo tipico che troverete qui è il bocadillo de calamares (un panino con dentro calamari fritti). Sicuramente non sarà stato tra i migliori della città ma per 3€ era un’esperienza da provare assolutamente. Infine, io non sono una gran bevitrice di alcolici ma mi sarei scolata un’intera caraffa di vino tinto de verano. Questa bevanda tipica della Spagna significa letteralmente “vino rosso dell’estate”, infatti è estremamente fresca e dissetante. Pur essendo alcolica è comunque molto leggera perché il vino viene diluito con una bibita simile alla gassosa.

La Paradita Tapas Bar

Ci tengo ad aprire una parentesi relativa alla ristorazione a Madrid. Probabilmente abbiamo sbagliato qualcosa noi ma abbiamo fatto fatica ad individuare dei posti adatti per mangiare. È vero che la maggior parte dei locali consigliati sono nei quartieri Malasana e Chueca, che noi abbiamo solo sfiorato, ma in centro non abbiamo individuato molti ristoranti in senso lato. Si trovano diverse taverne tipiche ma sono tutte pensate (un po’ come i nostri bacari veneziani) per sbocconcellare in compagnia e non per pranzare. I posti a sedere sono quindi molto pochi e spesso non c’è neanche grande offerta di cibo.

Sicuramente anche per questo motivo noi siamo rimasti molto soddisfatti di questo locale e mi sento tranquillamente di consigliarlo, soprattutto se siete in zona.

Terminato il pranzo ci siamo diretti alla vicina CATTEDRALE DE LA ALMUDENA. Pur essendo di recentissima costruzione, si tratta del principale luogo di culto della capitale. I lavori iniziarono nel 1883 ma venne aperta al pubblico solo nel 1993.
Nel tentativo di mascherare l’assenza di secoli di storia alle spalle che impreziosiscono le altre grandi Cattedrali del mondo, è stata costruita in un particolare mix di stili che richiamano al passato: neoromanico, neogotico e neoclassico.
All’ingresso viene chiesta una donazione di 1€. Come vi avevo anticipato, è anche possibile visitarne il museo e salire sulla cupola. In questo caso il biglietto costa 7€.

Per una scelta dettata solo ed esclusivamente dalla presenza dei bambini, avevamo già deciso di non avventurarci nella salita alla Cupola (sempre un po’ scomodo quando si ha a che fare con bambini tanto piccoli che oltretutto non stanno volentieri in marsupio) mi sono però pentita di non essere entrata quanto meno all’interno della Cattedrale.

La presenza di una cattedrale nella capitale è stata fortemente desiderata dai reali spagnoli, non a caso essa sorge proprio accanto al PALAZZO REALE. In mezzo tra i due si trova l’ampia PLAZA DE LA ARMERÍA, che noi abbiamo percorso in lungo e in largo ammirando a tratti l’imponente facciata anteriore della Cattedrale, a tratti l’antistante Palazzo Reale. Così facendo siamo anche riusciti a far addormentare i bambini guadagnando una discreta autonomia per gli spostamenti successivi.

Per quando riguarda la visita del Palazzo Reale, il costo del biglietto è di 12€. Non ho potuto verificare di persona ma, anche in questo caso, ho trovato scritto che dal lunedì al giovedì, le ultime due ore di apertura, è consentito l’accesso gratuito a tutti i cittadini dell’Unione Europea, proprio come per i principali musei della città. Sfortunatamente noi siamo stati a Madrid solo nel weekend, quindi non ne abbiamo potuto approfittare.
Mi è dispiaciuto non visitare il palazzo, che dicono essere davvero molto bello! Tuttavia, con i bambini al seguito non si riesce ad avere la giusta attenzione per una visita didattica! Abbiamo quindi preferito non rischiare di sprecare il costo del biglietto e pensare che può sempre essere un buon incentivo per tornare magari tra qualche anno.

Palazzo Reale
Palazzo Reale

Ci siamo invece concessi una passeggiata attraverso i GIARDINI dei SABATINI, situati di fronte alla facciata settentrionale del Palazzo Reale. Non sono particolarmente grandi ma sono ben curati e regalano una splendida prospettiva del palazzo. Qui troverete un ampio specchio d’acqua, diverse sculture in stile neoclassico e anche un piccolo labirinto di siepi dove far divertire i più piccini. L’ingresso è libero.

A questo punto abbiamo proseguito per il medesimo itinerario del giorno precedente, passando per il Teatro Reale, il Monastero de Las Descalzas Reale e Puerta del Sol.
È stato qui che abbiamo iniziato a notare come una bella giornata di sole possa fare la differenza: tutto sembrava più luminoso e vivace del giorno precedente! La sensazione si è fatta ancora più forte una volta raggiunta la Gran Via. Gli stessi palazzi che prima sembravano grigi e cupi, col sole erano bianchi e luminosi!
Siamo giunti fino all’Edificio Metropolis e da qui abbiamo proseguito lungo il versante orientale di C. de Alcalà fino a raggiungere PLAZA DE CIBELES. Questa piazza è un altro snodo cruciale della città. Tutto attorno vi si trovano altri edifici importantissimi, non solo per estetica e imponenza, ma soprattutto per ciò che ospitano e rappresentano. Tra questi troviamo il Palacio de Buenavista (sede attuale del Quartier Generale dell’Esercito), il Banco de Espana, Palacio de Linares e il Palacio de Comunicaciones (o Palazzo della Cibele), l’attuale sede del Comune di Madrid. Quest’ultimo, assieme all’antistante Fontana di Cibele, è forse quello più rappresentativo di questa piazza di indiscutibile rilevanza politica. 

Una volta giunti qui le opzioni sono due: continuare in direzione est lungo C. de Alcalà fino a Puerta de Alcalà e addentrarsi al Parco del Retiro, o scendere verso sud lungo il famoso Paseo del Prado. Diciamo che la sfortuna ha scelto per noi! Oltre all’Edificio Metropolis, durante la nostra permanenza, era in restauro anche Puerta de Alcalà. Nonostante sia la più importante delle cinque porte reali della città di Madrid, e in altre condizioni sia impensabile non passare ad ammirarla, noi ci abbiamo rinunciato. Si era comunque fatto tardi e non ci è sembrato il caso di avventurarci per il meraviglioso Parco del Retiro (anche se ammetto che la curiosità fosse davvero tanta) così abbiamo deciso di accorciare imboccando il Paseo del Prado e, pian piano, rientrare verso casa anche questa sera.

10/06/2023
Eccoci arrivati al nostro terzo giorno di permamenza a Madrid. Senza dubbio i primi due sono trascorsi lentamente, prendendo confidenza con la geografia della città e cercado di assecondare il più possibile il ritmo dei nostri 4 mini viaggiatori.
Per questa nuova giornata la parola d’ordine non poteva che essere una: Parco del Retiro. Non sappiamo bene nemmeno noi come abbiamo fatto a resistere alla tentazione di esplorarlo nei due giorni precedenti. Sapendo che ha un’estensione di ben 118 ettari e che tutti e tre i principali musei si trovano nelle sue vicinanze, avevamo già stabilito fin dal principio di dedicargli un’intera giornata, in abbinata con una visita serale ad uno dei 3 musei.

La mattina siamo quindi scesi percorrendo Calle de Atocha e in una decina di minuti a piedi abbiamo raggiunto l’angolo sud-ovest del parco. Prima di addentrarci al Retiro, è stata doverosa una visita alla vicina stazione principale di Madrid: Puerta de Atocha.
Questa stazione ferroviaria è stata teatro di un terribile attentato occorso a marzo del 2004 dove persero la vita 192 persone e ne rimasero ferite più di duemila. Al suo interno si può visitare il monumento di commemorazione dedicato a questo triste evento e alle sue vittime.
La stazione è stata costruita a metà dell’Ottocento e poi naturalmente rinnovata negli anni. La parte ferroviaria si trova in un nuovo edificio mentre l’edificio originale è stato adibito ad area commerciale ed è diventato un’attrazione in città grazie alla sua splendida serra tropicale.

Questa deviazione non vi impegnerà più di una mezz’ora: la potete combinare facilmente con una visita al Parco del Retiro o al Centro de l’Arte Reina Sofia, che si trova proprio di fronte alla stazione.
A dire il vero, se aveste una giornata extra a disposizione, da Madrid viene spesso consigliata un’escursione a Toledo. Le due città distano infatti solo 30 minuti di treno e di conseguenza il passaggio per la stazione di Atocha sarebbe obbligato. Nonostante ci interessasse molto, e tempo a sufficienza ne avessimo, abbiamo deciso di rimandare questa avventura ad un prossimo viaggio. Informandoci tramite vari forum e blog, abbiamo infatti letto che la città di Toledo ha un terreno acciottolato e richiede salite piuttosto impegnative, non esattamente consigliabili con 4 passeggini da battaglia.

Prima di addentrarci nello splendido Parco del Retiro abbiamo deciso di pranzare. Avevamo letto (e adesso posso confermare) che sia in prossimità del parco, che al suo interno, non c’è molta scelta riguardo al cibo ma solo qualche chiostro con scarso rapporto qualità/prezzo. Essendo quasi mezzogiorno abbiamo quindi deciso di avvantaggiarci puntando ad un Mc Donald’s proprio all’angolo tra Calle de Atocha e l’inizio del Paseo del Prado. Naturalmente l’ideale sarebbe prepararsi un pranzo al sacco, così da non esser vincolati in alcun modo ad un orario e potersi prendere in libertà tutto il tempo che si desidera per godersi il Retiro.

Risolto il problema pranzo + bagno siamo finalmente arrivati a godere anche noi dello scenario bucolico del Parco del Retiro. Siamo entrati da Porta di Filippo IV e ci siamo subito diretti ad ammirare uno dei panorami più noti di questo luogo, quello del Monumento ad Alfonso XII sullo sfondo di un romanticissimo laghetto. Per un’esperienza indimenticabile è anche possibile noleggiare una barca a remi per la durata di 45 minuti ad un costo davvero irrisorio che va dai 6€ durante i giorni infrasettimanali a 8€ nel weekend.

Monumento di Alfonso XII
Monumento di Alfonso XII

Quando avrete ammirato sotto ogni prospettiva il lago e l’elegante colonnato che lo incornicia, un’altra tappa che non può assolutamente mancare è quella al Palazzo di Cristallo. Questa elegantissima struttura in metallo e cristallo è uno dei migliori esempi dell’architettura del ferro a Madrid. Normalmente è anche possibile accedere gratuitamente al suo interno dove, oltre che poterne apprezzare una prospettiva diversa, vengono spesso organizzate delle mostre d’arte in collaborazione con il Centro de l’Arte Reina Sofia. Ahimè, anche in questo caso siamo stati sfortunati e, come per l’Edificio Metropolis e Puerta de Alcala, abbiamo trovato il Palazzo di Cristallo chiuso al pubblico per restauro.

Palazzo di Cristallo
Palazzo di Cristallo

Il parco nasconde moltissimi altri gioielli meno iconici dei due precedenti, come ad esempio il Giardino dell’Aiuola, la Passeggiata delle Statue, la Fuente de Los Galàpagos, la Casetta del Pescatore, la Fontana dell’Angelo Caduto e la bellissima Rosaleda che noi, andando a inizio giugno, siamo riusciti comunque ad apprezzare bene, anche se un filo dopo il culmine del suo splendore.

Siamo riusciti a passeggiare in lungo e in largo per il parco per oltre tre ore ma, prima di procedere verso la tappa successiva, è stata doverosa una sosta all’area gioco per concedere uno spazio dedicato ai bambini e permettergli di sfogarsi liberamente. Il parco giochi si trova tra il Giardino dell’Aiuola e la Passeggiata delle Statue, a due passi dai bagni pubblici.
Come buona parte del Parco del Retiro stesso, anche il playground è interamente all’ombra, fattore alquanto importante considerata la calda giornata d’inizio estate.

Dopo aver garantito anche ai bambini un loro momento di svago, abbiamo potuto “arrischiarci” ad entrare al Museo del Prado. Come ho anticipato all’inizio del racconto nell’apposita sezione dedicata ai musei, il Museo del Prado consente ogni giorno l’ingresso gratuito durante le ultime due ore di apertura. Nel caso del sabato la fascia gratuita va dalle 18.00 alle 20.00. L’orario non è dei migliori con dei bambini al seguito ma, considerato che non avrebbero comunque più di due ore di autonomia, è perfetto per non “sprecare” il costo del biglietto di ingresso (15€ per il biglietto intero).

Noi ci siamo recati al museo verso le 17.45 e ci siamo trovati di fronte ad una fila di persone che costeggiava quasi metà perimetro dell’edificio. Difatti, nonostante l’ingresso sia gratuito, bisogna comunque munirsi di biglietto. Abbiamo sperato che la fila procedesse velocemente, altrimenti il rischio è di riuscire ad entrare appena mezz’ora prima della chiusura. Considerate quindi di arrivare circa un’ora prima dell’inizio della fascia gratuita per poter poi sfruttare appieno il tempo all’interno. Noi non volevamo costringere i bambini a stare in fila per chissà quanto tempo, così sono andata a chiedere ad un addetto alla sicurezza se poteva mettersi in fila solo uno di noi adulti e fare i biglietti per tutti. In questo modo ho scoperto che le famiglie con bambini hanno la priorità e ci hanno lasciato passare davanti a tutti in un istante. Ammetto di essermi sentita un po’ in colpa … Se non altro, per una volta, viaggiare coi bambini è stato un vantaggio invece che un rallentamento.

Contrariamente a quanto immaginassi, due ore sono state un tempo sufficiente per ammirare con calma quasi tutte le opere più importanti qui esposte. Rispetto ai più importanti musei del mondo, ospita naturalmente un maggior numero di opere di artisti spagnoli come Velasquez e Goya. Non mancano comunque capolavori anche dei nostri Caravaggio e Raffaello.

Sappiate che, una volta arrivata l’ora di chiusura, saranno tutti intransigenti e molto decisi nell’accompagnarvi verso l’uscita quindi studiate bene la mappa del museo per non perdervi le opere che più vi interessano.

Una volta usciti dal museo erano le 20.00 passate e non abbiamo avuto voglia di metterci alla ricerca di un ristorante per cena. Considerato anche il fatto che fosse sabato sera, la difficoltà di trovare locali con posto a sedere disponibile e l’inevitabile aumento dei tempi di attesa, ci ha convinto a rientrare in appartamento. Per quanto sia sicuramente meno cool e meno caratteristico, dopo un’intera giornata fuori coi bambini garantisco che sia decisamente una mano santa per dare loro la possibilità di giocare liberamente e a noi di rilassarci molto di più senza lamentele continue per l’attesa al ristorante.

11/06/2023

L’ultima giornata è iniziata con una passeggiata per Lavapiés, pittoresco quartiere multiculturale. Probabilmente il fatto che fosse una domenica mattina presto non ci ha permesso di cogliere la vivacità per cui è nota questa parte della città: abbiamo trovato tutto ancora chiuso e silente. Senza dubbio, in una seconda occasione, cercherei di tornarci ad altro orario.

Iglesia Patolica

Segnalo però una cosa molto caratteristica che potrete trovare qui: l’Iglesia Patolica. Questa particolare chiesa appartiene ad un gruppo religioso che venera una papera di gomma, difatti, Iglesia Patolica, si può tradurre letteralmente come chiesa del papero. Sfortunatamente la chiesa è aperta solo in determinati orari, così la nostra passeggiata per il quartiere è risultata abbastanza fallimentare. Abbiamo solo potuto ammirarne la facciata esterna, sulla quale infatti troverete rappresentate diverse paperelle.
Per non sbagliare anche voi, riporto gli orari di apertura al pubblico: 18-21 al venerdì e sabato e 12-14 la domenica.  

 

 

A questo punto siamo tornati a goderci Plaza Mayor e Puerta del Sol, alla ricerca di qualche immancabile souvenir da portare a casa.

Il vero obiettivo di quest’ultima giornata era però l’ingresso gratuito al Centro de Arte Reina Sofia che, come vi avevo segnalato nella prima parte di questo articolo, la domenica va dalle 12.30 fino alla 14.30 (orario di chiusura). Dato l’orario un po’ scomodo, perché in concomitanza del pranzo, ci siamo organizzati con dei panini al sacco che abbiamo mangiato lungo il tragitto.

Contrariamente a quanto ho letto in giro, a mio avviso, per visitare il Reina Sofia due ore sono poche! Personalmente l’ho trovato molto più interessante rispetto al Museo del Prado, probabilmente perché le opere qui esposte sono soprattutto di artisti spagnoli del ‘900 e rappresentano quindi stili come il surrealismo e il cubismo che non trovano altrettanto spazio in nessun altro museo al mondo. Naturalmente deve piacere il genere ma con dei bambini, ad esempio, questi giochi di colore e illusione sono sicuramente molto stimolanti.
Ho anche trovato l’organizzazione del museo più labirintica e dispersiva di altri, tanto che alla fine siamo riusciti a visitare solo il secondo piano, quello con le opere che ci interessavano maggiormente, come la splendida Guernica di Picasso. 

Cotti a puntino dopo questa esperienza didattica, ci siamo goduti nuovamente l’atmosfera verde e rilassante del vicino Parco del Retiro, mentre i nostri “scolaretti” dormivano in passeggino. Abbiamo mangiato un gelato al chiosco, li abbiamo lasciati sfogare al parco giochi e siamo pian piano rientrati verso casa a rinfrescarci prima della nostra ultima serata in città.

Non potevamo andare via senza concederci almeno una cena fuori ma ammetto che l’impresa sia stata più difficile del previsto. Nei giorni precedenti avevano già sperimentato la difficoltà di trovare ristoranti che non offrissero esclusivamente tapas ma soprattuto che avessero posti a sedere a sufficienza. Abbiamo quindi puntato ai vari locali di Plaza de Santa Ana che, seppur principalmente tapas bar, erano tra quelli con le recensioni migliori e con più spazio (molti infatti occupano la piazza coi loro tavolini).
La cosa bella è che in Plaza de Santa Ana ci sono ben 2 aree gioco, nelle quali i bambini hanno potuto impiegare l’attesa piuttosto lunga finché non si è liberato un tavolo per noi. D’altra parte era pur sempre domenica sera. 

Ci siamo poi concessi una passeggiata serale, sebbene le lunghe giornate estive non ci abbiano comunque permesso di apprezzare la città illuminata al buio della notte ed infine siamo rientrati in appartamento per iniziare a chiudere le valige a conclusione di questa piacevolissima nuova avventura.

THE END

Un ringraziamento speciale alla mia compagna di organizzazione Silvia e alla sua bellissima famiglia. Non è sempre facile viaggiare in compagnia ma quando si trovano le persone giuste, tutto diventa ancora più divertente ed indimenticabile.

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